Una delle scritte apparse al Bacigalupo.
Savona. Clima al limite dell’apocalittico, nutrito dalla rabbia dei tifosi e dal malcontento dei giocatori, allo stadio Bacigalupo. A finire al centro degli insulti degli ultras è stato in particolare Fabiano Santacroce, dirigente della gestione Pesce, uno degli artefici del Bacigalupo Village, destinatario di critiche pesanti su organizzazione ed economia societaria. E’ sfuggito per un pelo al linciaggio.
Mister Corda ha garantito l’impegno ad onorare il mandato, mentre gli atleti, allo stesso modo, hanno assicurato fedeltà alla causa pur essendo evidente che, adesso senza ricevere stipendi, pregustano il “liberi tutti” di gennaio, che sicuramente prosciugherà le energie agonistiche della squadra. Per ora il monito è spicciolo e basilare: gli incassi delle prossime partite non si toccano e restano ai “lavoratori” del pallone.
E’ evidente come ormai volino gli stracci tra staff tecnico e calciatori, da una parte, e dall’altra ex dirigenza di Andrea Pesce. A denti stretti i biancoblù confermano il massimo impegno per il turno infrasettimanale contro il Bellaria, poi domenica lo scontro diretto contro la Pro Patria. Con tre pareggi e due sconfitte alle spalle, due partite casalinghe in una “casa” che sembra quasi estranea e improvvida. E fuori dallo stadio scritte e striscioni ingiuriosi, benché (chiaramente) contro la vecchia gestione, non fanno che alimentare la cappa di tensione.
Non c’è nessuna certezza, intanto, sugli impegni finanziari che gli investitori disposti a subentrare potrebbero accollarsi. Mentre prende piede l’ipotesi del concordato preventivo, anche perché è escluso un (nuovo) salvagente economico del Comune di Savona per sollevare le sorti della società. Questa sera giocatori e staff tecnico-sportivo si sono affidati al team manager per dare espressione, netta e decisa, al malessere. E la parola d’ordine è autogestione.
“Io faccio il portavoce dei ragazzi e di tutti quelli che fino ad oggi hanno lavorato per questa maglia – ha esordito Salvatore Cavaliere – I giocatori, nonché lo staff tecnico, medico, magazziniere e gli inservienti del Savona Fbc 1907 hanno deciso, visto il perdurare della situazione economico finanziaria in cui si è venuta a creare la società, che a partire dalla data odierna non daranno seguito a qualunque promessa per chi si spaccia come i proprietari della società”.
“Ci assumiamo la responsabilità di dare seguito ad una autogestione – ha detto il team manager biancoblù – Fermo restando di non aver voglia di vedere al campo individui come Pesce, Armienti e Oggiano, considerato che non vogliamo più essere rappresentati da loro, chiediamo a chi ha a cuore le sorti del Savona Calcio e della squadra di stringersi attorno a noi e di contribuire al salvataggio di quella che una volta era una società. Da luglio ad oggi, premesso che ci sono giocatori che non hanno ancora ricevuto due mensilità, siamo stati letteralmente abbandonati insieme alle promesse peraltro mai mantenute come il pagamento degli stipendi che avrebbero essere erogati ieri”.
“Abbiamo da pagare l’affitto delle nostre case e, se ciò entro fine mese non avviene, saremo costretti ad andare via e non sappiamo nemmeno dove andare a mangiare. Questa è la situazione in cui ci hanno portato questi signori, adesso basta, c’è un limite a tutto. Intanto non avendo nessuno anche pensa a noi, tanto vale andare avanti da soli per la propria strada. Finora ce l’abbiamo messa tutta scendendo in campo per la nostra squadra ed onorare al meglio questa maglia e il nome della città, raccogliendo anche poco rispetto a quello che è stato prodotto. Continueremo a farlo finché sarà possibile rimanendo uniti nonostante la situazione e i punti di penalizzazione” ha aggiunto Salvatore Cavaliere.
“Cercheremo di mantenere la categoria e il titolo sportivo cercando di scrivere una pagina di sport vera. Confidando nell’affetto dei nostri tifosi che aspettiamo in tanti a gridare forza Savona” ha concluso il team manager.
Mister Corda ha garantito l’impegno ad onorare il mandato, mentre gli atleti, allo stesso modo, hanno assicurato fedeltà alla causa pur essendo evidente che, adesso senza ricevere stipendi, pregustano il “liberi tutti” di gennaio, che sicuramente prosciugherà le energie agonistiche della squadra. Per ora il monito è spicciolo e basilare: gli incassi delle prossime partite non si toccano e restano ai “lavoratori” del pallone.
E’ evidente come ormai volino gli stracci tra staff tecnico e calciatori, da una parte, e dall’altra ex dirigenza di Andrea Pesce. A denti stretti i biancoblù confermano il massimo impegno per il turno infrasettimanale contro il Bellaria, poi domenica lo scontro diretto contro la Pro Patria. Con tre pareggi e due sconfitte alle spalle, due partite casalinghe in una “casa” che sembra quasi estranea e improvvida. E fuori dallo stadio scritte e striscioni ingiuriosi, benché (chiaramente) contro la vecchia gestione, non fanno che alimentare la cappa di tensione.
Non c’è nessuna certezza, intanto, sugli impegni finanziari che gli investitori disposti a subentrare potrebbero accollarsi. Mentre prende piede l’ipotesi del concordato preventivo, anche perché è escluso un (nuovo) salvagente economico del Comune di Savona per sollevare le sorti della società. Questa sera giocatori e staff tecnico-sportivo si sono affidati al team manager per dare espressione, netta e decisa, al malessere. E la parola d’ordine è autogestione.
“Io faccio il portavoce dei ragazzi e di tutti quelli che fino ad oggi hanno lavorato per questa maglia – ha esordito Salvatore Cavaliere – I giocatori, nonché lo staff tecnico, medico, magazziniere e gli inservienti del Savona Fbc 1907 hanno deciso, visto il perdurare della situazione economico finanziaria in cui si è venuta a creare la società, che a partire dalla data odierna non daranno seguito a qualunque promessa per chi si spaccia come i proprietari della società”.
“Ci assumiamo la responsabilità di dare seguito ad una autogestione – ha detto il team manager biancoblù – Fermo restando di non aver voglia di vedere al campo individui come Pesce, Armienti e Oggiano, considerato che non vogliamo più essere rappresentati da loro, chiediamo a chi ha a cuore le sorti del Savona Calcio e della squadra di stringersi attorno a noi e di contribuire al salvataggio di quella che una volta era una società. Da luglio ad oggi, premesso che ci sono giocatori che non hanno ancora ricevuto due mensilità, siamo stati letteralmente abbandonati insieme alle promesse peraltro mai mantenute come il pagamento degli stipendi che avrebbero essere erogati ieri”.
“Abbiamo da pagare l’affitto delle nostre case e, se ciò entro fine mese non avviene, saremo costretti ad andare via e non sappiamo nemmeno dove andare a mangiare. Questa è la situazione in cui ci hanno portato questi signori, adesso basta, c’è un limite a tutto. Intanto non avendo nessuno anche pensa a noi, tanto vale andare avanti da soli per la propria strada. Finora ce l’abbiamo messa tutta scendendo in campo per la nostra squadra ed onorare al meglio questa maglia e il nome della città, raccogliendo anche poco rispetto a quello che è stato prodotto. Continueremo a farlo finché sarà possibile rimanendo uniti nonostante la situazione e i punti di penalizzazione” ha aggiunto Salvatore Cavaliere.
“Cercheremo di mantenere la categoria e il titolo sportivo cercando di scrivere una pagina di sport vera. Confidando nell’affetto dei nostri tifosi che aspettiamo in tanti a gridare forza Savona” ha concluso il team manager.
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